CAORLE: QUALE VIABILITA' |
Puntuale come ogni anno, con l'arrivo delle belle domeniche assolate, da febbraio a novembre si ripresenta il problema della viabilità ed il conseguente collasso della circolazione la domenica pomeriggio; l'unica speranza di salvezza allo stato attuale data da una giornata di pioggia che tiene lontano dalla nostra cittadina i turisti della domenica, gli ormai tristemente famosi "i domenicali". E chi ne subisce le conseguenze? I "Caorlotti"; ma perché? Le cause ormai le conosciamo tutti, anche se molti preferiscono ignorarle. Vediamo allora di fare un piccolo riassunto. Caorle sostanzialmente costruita su due isole, una affacciata verso il mare e l'altra verso la campagna. L'isola rivolta verso il mare quella pi densamente abitata e sfruttata a livello turistico, vi si trovano il Centro Storico e i grandi rioni di Santa Margherita e Falconera, anticamente (una trentina di anni fa ...) questi ultimi erano separati dalla zona centrale, ma ormai fanno parte integrante di un unico evento edilizio in continua espansione. L'isola rivolta verso la campagna, e campagna essa stessa, contiene il rione di Sansonessa, un'area che dopo aver visto nascere con una certa lentezza case prevalentemente bi-familiari e qualche piccola attività industriale, sta ora conoscendo il brivido di piacere dato da consistenti colate di cemento ad uso residenziale. Questa conformazione del territorio fa s che Caorle sia un terminale, ovvero il limite oltre il quale non si può andare e la via di ingresso allo stesso tempo l'unica uscita possibile. A partire dagli anni cinquanta, con la scoperta di un turismo sempre pi di massa, l'antico borgo di pescatori ha visto una trasformazione radicale del suo territorio, trasformazione all'inizio regolata pi da piani di lottizzazione di iniziativa privata che da strumenti urbanistici. Il Piano di Fabbricazione del 1973 ed il successivo Piano Regolatore Generale del 1990, strumenti potenzialmente rivoluzionari, pi che dare un valido indirizzo di uno sviluppo compatibile con il territorio, hanno avvalorato solo uno stato di fatto dettato da ragioni puramente economiche. Un qualsiasi sistema edificatorio a rigor di logica dovrebbe prevedere la realizzazione di una serie di infrastrutture essenziali tra le quali le strade. Purtroppo questo il punto debole: a Caorle in passato, man mano che si costruiva, non ci si curava di tenere in considerazione non solo il verde, ma si riducevano al minimo essenziale le strade, o meglio la possibilità di realizzare un sistema viario funzionante formato sia da una rete interna di distribuzione che da rete una esterna di collegamento. Ultimo, ma non meno condizionante, elemento critico la presenza del Porto Peschereccio che quasi taglia in due Caorle. Fino a qualche decennio fa le due parti di Caorle erano collegate da tre strade, ora praticamente ridotte ad una: se da un lato nessuno critica la pedonalizzazione di Rio Terrà , dubbi ha lasciato la decisione di trasformare Via Roma in un senso unico, senso unico che dopo i recenti lavori in Piazza Vescovado ora transitabile solo per mezzi fino a 3,5 ton., senza per altro escludere in futuro l'istituzione di un' area pedonale. Alla fine l'unica strada rimasta quella antistante la Pescheria, strada obiettivamente stretta ed inadeguata al volume di traffico che deve sopportare. Vediamo ora quale la situazione degli accessi a Caorle da quali direttici: Via Cadore, attraverso la frazione di Ottava Presa incanala verso Caorle il traffico proveniente da Portogruaro e da Santo Stino di Livenza; Viale Panama, attraverso il rione di Sansonessa, incanala sia il traffico proveniente sia dalle frazioni turistiche di Porto Santa Margherita e Duna Verde che quanto proviene da San Don di Piave; ultima rimane Strada Nuova, la pi vecchia via d'accesso, collega Caorle alle sue frazioni di campagna. Queste strade convergono attraverso due ponti su un unico punto di ingresso, Largo Europa, e da questo si distribuiscono all'interno del tessuto cittadino. Quando furono realizzate queste vie d'accesso non si tenuto conto che lo sviluppo cittadino raggiungesse tali livelli, ne tanto meno che l'automobile fosse così diffusa e tanto utile per raggiungere la spiaggia in qualsiasi periodo dell'anno per fare i classici quattro passi con la famiglia e/o prendersi la tintarella. A peggiorare il tutto ci hanno pensato ondate successive di speculatori edilizi che, nascosti dietro l'equazione "mattone = benessere", si sono preoccupati di realizzare, con il benestare delle autorità competenti, il maggior numero possibile di posti letto da immettere sul mercato senza, per altro, preoccuparsi di dare una risposta alla crescente fame di posti auto. Negli ultimi anni si cercato di porre un rimedio a questa situazione: da un lato con l'approvazione di un piano del traffico e dall'altra con la realizzazione di una serie di parcheggi. Questi due rimedi hanno subito dimostrato i loro limiti. Il piano del traffico non considerava in nessun modo la realizzazione di un secondo vero e proprio ingresso a Caorle ma si limitava ad ipotizzare un ponte levatoio, che scavalca un canale continuamente percorso dai pescherecci, che va ad inserirsi in ogni caso sull'unico ingresso esistente. Eppure sia il P.R.G. del 1990 ed il Piano delle Aree delle Lagune e delle Aree Litorali del Veneto Orientale (P.A.L.A.L.V.O.) prevedono, a chiare lettere, la realizzazione di un secondo ingresso a Caorle attraverso un sottopasso del Canale dell'Orologio. La stessa realizzazione di 777 (se memoria non inganna) parcheggi in diverse aree conserva i caratteri tipici dell'improvvisazione in quanto tali aree sono in buona parte non toppo facilmente individuabili ed allo stesso tempo comportano l'attraversamento del Centro Storico; il solo parcheggio immediatamente visibile a chi raggiunge Caorle situato nelle vicinanze del palazzetto dello sport e comprende sia l'area del mercato (non utilizzabile il sabato mattina) che i parcheggi di pertinenza all'Expomar, al Palazzetto dello Sport, allo stadio, al parco acquatico ed al Luna Park ..., ed in ogni caso per raggiungere tale area si deve per forza entrare a Caorle. Dopo queste poche e sintetiche righe introduttive vediamo di dare una nostra risposta. La prima e più logica considerazione da fare quella che necessario dotare Caorle almeno di un nuovo ingresso completamente indipendente da quello esistente, ma dove? Vista la conformazione del territorio e l'attuale sistema viario la risposta presto data: nella zona compresa tra il Centro Storico e Santa Margherita (spiaggia di ponente). In realtà se ne parla gi da una ventina d'anni, e sono pure state individuate varie soluzioni che andavano da un ponte ad un sottopassaggio del Canale dell'Orologio; gi il vigente Piano Regolatore Generale, nato negli anni ottanta e ormai prossimo al pensionamento, individua un'area da adibire allo scopo, area oggi configurata come area verde posta tra il Villaggio dell'Orologio e la Darsena dell'Orologio. Proposta ripresa dal Piano delle Aree delle Lagune e delle Aree Litorali del Veneto Orientale. Purtroppo questo comparto negli ultimi anni stato completamente inurbato e sembra che ogni speranza sia perduta. In realtà una piccola speranza rimasta, infatti sull'area individuata dal P.R.G. non sono stati effettuati, per ora, interventi tali da impedirne la realizzazione. Appurato che non tutte le speranze sono andate perdute, resta ora da capire con quale tecnologia intervenire. Riteniamo che, per rispettare le edificazioni circostanti, sia necessaria la realizzazione di un intervento che abbia il minor impatto possibile. In quest'ottica si viene a scartare rapidamente la realizzazione di un ponte fisso, infatti questo per consentire il passaggio dei natanti dovrebbe essere talmente alto da essere servito da imponenti rampe d'accesso che si pongono in conflitto con il tessuto urbano costituito prevalentemente da abitazioni ad uno o due piani. Scartata la prima ipotesi, si potrebbe pensare di realizzare un ponte levatoio, o girevole; i vantaggi collegati a questa soluzione sono diversi: un impatto ambientale accettabile dato dal suo basso profilo, dalla presenza di rampe d'accesso minime ed il costo tutto sommato rimane relativamente basso. Contro questa soluzione esiste purtroppo un fattore di praticità : il canale dell'Orologio una via d'acqua molto trafficata durante l'arco del giorno, traffico che aumenta durante la stagione estiva, e quindi il ponte dovrebbe essere continuamente aperto e chiuso, costituendo in questo modo un ostacolo alla viabilità; oppure verrebbe aperto solo in certe fasce orarie, con grande disappunto dei navigatori. La terza ed ultima possibilità la realizzazione di un sottopassaggio. Soluzione a basso impatto visivo, priva di interferenze con la navigazione ed in grado di sopportare buoni volumi di traffico; la soluzione perfetta? Da questo punto di vista sì; purtroppo afflitta da un piccolo handicap: la realizzazione. Il problema non solo di tipo economico (in quanto non certamente una soluzione poco costosa) ma soprattutto di tipo costruttivo. La realizzazione presenta alcune difficoltà di carattere geologico; il terreno su cui poggia Caorle situato al livello del mare ed di origine paludosa, quindi presenta una non rilevante consistenza e forti infiltrazioni d'acqua, almeno fino al raggiungimento di uno spesso strato argilloso. In fase realizzativa si dovrà tenere conto di questi fattori e prevedere sia un adeguato consolidamento del terreno sul quale si interverrà , che un suo costante drenaggio. Non crediamo comunque che ci possa essere talmente grave da impedirne la realizzazione, anche in considerazione di opere ben pi grandi gi realizzate (il tunnel della Manica che collega l'Inghilterra alla Francia, per esempio) ed alla grande capacità tecnica degli Italiani in questo campo. La realizzazione di questo secondo ingresso consentirebbe inoltre al rione di Sansonessa di integrarsi meglio con il centro di Caorle, senza pi essere solo un satellite adibito a dormitorio ed a contenitore di quelle che male si integrano con il turismo. Considerando il forte sviluppo edilizio delle aree retrostanti la spiaggia di ponente, e comunque consci di cosa un evento del genere possa significare, crediamo che sia prudente prevedere sin d'ora un terzo ingresso per Caorle. In questo caso spetta a noi individuare un'area che riteniamo si possa far coincidere con la fine di Via Traghete, la zona dell'azienda agricola Palangon. Qui per ora, e per fortuna, non siamo ancora in presenza di un tessuto urbano consolidato, e quindi vincolante, che ne possa condizionare negativamente la realizzazione. Il sito oltre ad essere centrale rispetto alla spiaggia e facilmente collegabile al centro urbano attraverso Via Traghete (strada molto ampia) si trova nelle vicinanze di una zona produttiva, rendendola facilmente accessibile ai mezzi pesanti. Un ingresso di questo tipo, indipendentemente dalla tecnologia che si user per la sua realizzazione, dovrebbe essere il punto di partenza di un nuovo sistema viario di servizio alle nuove e future lottizzazioni che dovrebbero interagire il meno possibile con quanto attualmente gi realizzato. Questo ingresso dovrebbe essere lo sbocco naturale alla tanto decantata direttissima Portogruaro - Caorle. Dal punto di vista puramente tecnico si pu tranquillamente pensare alla realizzazione sia di un classico ponte, che di un sottopasso, privilegiando l'aspetto economico. L'impatto di un ponte comunque gestibile in un area non ancora densamente edificata. Pur ritenendo indispensabile la realizzazione di almeno un nuovo ingresso all'abitato di Caorle, crediamo che sia altrettanto necessario contenere entro limiti accettabili il volume di traffico, quanto dare una risposta efficace alla sempre crescente richiesta di posti auto. Allo stato attuale i parcheggi realizzati all'interno dell'abitato di Caorle sono utilizzati prevalentemente dai residenti e dalle strutture ricettive prive di propri parcheggi; mentre le aree adibite a parcheggio nella zona dell'Expomar viene spesso adibita ad altri usi, sottraendo in questo modo posti auto. Vista questa necessita di disporre di parcheggi facilmente individuabili ed accessibili, senza dover attraversare Caorle con il proprio automezzo; riteniamo utile individuare, e quindi realizzare, una struttura adibita a parcheggio esterna a Caorle, ma comunque collegata ad essa. La soluzione ideale quella di reperire una vasta area, possibilmente nelle vicinanze delle tre direttrici d'accesso a Caorle, che, opportunamente attrezzata, funga da terminale per quanti raggiungano la cittadina sia per una breve sosta, che per rimanervi pi a lungo rinunciando all'uso del proprio automezzo; tale spazio dovrebbe altresì essere un'area di sosta obbligatoria per gli autobus da gran turismo che si parcheggiano lungo le strade urbane creando notevoli disagi a quanti vi transitano. L'accesso a Caorle da questo terminal verrà comunque garantito da un servizio di autobus navetta e/o da un servizio fluviale lungo i canali Saetta ed Orologio che distribuisca i visitatori in modo efficiente nei punti chiave di Caorle. Sicuramente questo terminal avrà un costo, ma riteniamo che sia accettabile in quanto si può sempre conglobare il costo del parcheggio che quello del trasporto rimanendo entro termini ragionevoli e convenienti per il turista. Un servizio (parcheggi e mezzi di trasporto collettivi) di questo tipo oltre a snellire la chilometriche code di automezzi, che non devono più imbottigliarsi su due, o più , punti d'ingresso, rende anche migliore la qualità della vita all'interno dell'abitato: ad una considerevole diminuzione del traffico corrisponderà sia una diminuzione dell'inquinamento atmosferico, che una riconquista degli spazi da parte dell'uomo. Questa idea può sembrare rivoluzionaria ed utopica al punto da scoraggiare l'arrivo dei turisti, ma non crediamo che sia così. Gi in molte località turistiche italiane, caratterizzate da un tessuto urbano di particolare pregio, si sono introdotti sistemi simili ottenendo un grande ritorno sia di immagine che economico. |