SAGHETTI ALLA PERLA

Trovata una perla naturale tra la polpa di un "fasolaro"


In questo numero:


COLPO D' OCCHIO

Il CoReCo ha rimandato al giudizio di un organo giurisdizionale superiore la richiesta del PRI di annullare la delibera comunale sulla questione dei Comparti Centrali

Un angelo custode prodigioso sta proteggendo da quasi venti anni la strada burocratica intrapresa dalle autorizzazioni edilizie dei Comparti Centrali. Nel 1985, la gigantesca urbanizzazione (paragonabile ad una città di 25 mila abitanti) passò con successo e senza restrizioni il vaglio degli uffici urbanistici della Regione Veneto per il principio del “silenzio-assenso”. Il comune di Caorle seguì scrupolosamente la regola di inviare a Palazzo Ferro Fini di Venezia il quintale di incartamenti e progetti per averne l’ approvazione della Giunta regionale. Nell’ occasione l’ angelo protettore sparse di soporifero “serenissimi” stanzoni tanto che l’ ingombrante plico venne dimenticato dai solerti funzionari sopra le scrivanie fino a che il tempo trascorso rese ininfluente ogni loro parere. La proverbiale polvere, però, non ha fatto a tempo ad accumularsi sopra quei progetti. Il giorno sauccessivo alla data in cui il principio del “silenzio-assenso” ha cominciato ad avere effetto giuridico, qualcuno ha pensato bene di liberare gli uffici regionali dell’ ingombrante incartamento restituendo il tutto al comune di Caorle. Pochi giorni fa l’ angioletto è riapparso di nuovo. Questa volta invece di rallentare i ritmi della burocrazia, si è messo a soffiare polvere di paprica. La pratica dei comparti centrali, riveduta e corretta in versione progressista, ha avuto bisogno di un nuovo OK, quello del CoReCo. In questo caso la velocità d’ esame dell’ incartamento è stata astronomica. La delibera del piano dei Comparti Centrali è stata protocollata al CoReCo il 23 maggio. Qui è intervenuto l’ angioletto e la sua polverina magica. In quattro giorni l’ incartamento è finito sul tavolo dell’ ufficio competente. Il capo settore lo ha esaminato e quindi convocata la commissione esaminatrice. Il 28 era già stato sancito il “rien ne va plus” . Normalmente il CoReCo ha tempo 20 giorni per pronunciarsi sulla legittimità delle delibere dei comuni della Regione. In quella del comune di Caorle c’ erano i repubblicani che avevano qualcosa da obiettare. Come descritto nel numero precedente il PRI di Caorle, risorto dalle ceneri perché nessun consigliere comunale dell’ opposizione ha avuto l’ ardire di apporre la propria firma nel ricorso, aveva sollevato alcune questioni di illegittimità. In particolare obbiettava che la delibera in questione non era “un progetto di adeguamento alle sopravvenute norme di PRG”, bensì una sostanziale variante dello strumento urbanistico. Per tale motivo la giunta comunale doveva promuovere un iter burocratico ben diverso da quello adottato nella realtà. Il Coreco non ha tenuto conto di nulla. A Venezia il ricorso dei repubblicani ha trovato la porta chiusa in aticipo. La risposta data dal CoReCo è stata perentoria “...la delibera in questione è stata dichiarata dal CoReCo atto non soggetto a controllo e archiviato in data anteriore a quella dell’ arrivo dell’ esposto (nds dei repubblicani). Resta salva, per gli interessati facoltà di adire le pertinenti sedi giurisdizionali”. Il passo successivo sarebbe il ricorso al TAR del Veneto, ma la pratica comporterebbe l’ anticipo di un congruo numero di milioni, ma a questo punto.

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