Paleoveneti e romani sotto il municipio

La palizzata venuta alla luce nel corso dei lavori per costruire una rampa al condominio Maria Ida si sta rivelando una autentica miniera di tesori archeologici. Sotto due metri di terra forse ci sono addirittura le testimonianze storiche riguardanti la vita dei nostri antenati di millenni orsono. Il sopralluogo degli studiosi della Sovrintendenza alle antichità del Veneto ha permesso di portare alla luce particolari del tutto interessanti. E’ certo che il sito rappresenta un area antropizzata ben prima della venuta delle legioni romane. Potrebbe esser un villaggio marittimo di epoca paleoveneta. La conferma di ciò viene dai numerosi resti di coccio e vasellame rinvenuti nel corso di precedenti scavi avvenuti in zone limitrofe a questa. Anche in questa occasione è riapparso il medesimo materiale, cocci di ceramica, pietra da costruzione e quella palificata in legno di rubinia che fa ipotizzare alla presenza di un villaggio palafitticolo o una barriera frangiflutti. E’ certo che Caorle era lì molti millenni prima di oggi, per cui a questo punto è fondamentale interrogare ulteriormente il sottosuolo per avere confereme sul passato di questa città che fino ad oggi sembra nascere solamente con l’ anno Mille in corrispondenza della posa della prima pietra del campanile cilindrico. Fino ad oggi la storia è certificata solamente da moltissime teorie, ma rare constatazioni. L’ occasione di questo nuovo rinvenimento archeologico dovrebbe spingere gli obiettivi di chi ci amministra fino all’ atto di coraggio di dichiarare zona archeologia tutta la fascia Sud di Via Roma e lasciare via libera agli archeologi. Non è difficile immaginare, infatti, che l’ attuale parcheggio limitrofo al vecchio municipio sia poggiato su un’ autentica miniera di reperti ed informazioni scientifiche sul passato della città.

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